Risk Manager: cosa fa, stipendio e come diventarlo

Oggi fare impresa non è solo questione di avere un’idea brillante o un prodotto innovativo. È anche e soprattutto saper gestire gli imprevisti. Pensa a un attacco hacker che blocca i server di un e-commerce, a una nuova legge che cambia le regole del mercato, a un problema ambientale che interrompe le forniture. Ogni azienda, piccola o grande che sia, deve saper affrontare situazioni del genere. E chi aiuta a farlo? Il Risk Manager.
Si tratta di una figura professionale che fino a qualche anno fa era poco conosciuta, ma che oggi è sempre più ricercata. Il Risk Manager è come il navigatore che evita a un’azienda di finire contro gli scogli: analizza i rischi, li valuta e costruisce strategie per affrontarli. È un lavoro che unisce numeri, logica e visione strategica. Se ami ragionare, prevedere scenari e trovare soluzioni creative, potresti scoprire che questa è la carriera che fa per te.
Cos’è il risk management?
Il risk management è l’arte di prevedere i problemi e prepararsi ad affrontarli. Non riguarda solo la finanza, come spesso si pensa. Significa avere uno sguardo ampio e capire quali rischi possono colpire un’azienda: tecnologici, normativi, ambientali, reputazionali. In pratica, tutto ciò che può minacciare il buon funzionamento di un business.
La cosa interessante è che gestire i rischi non vuol dire bloccare l’innovazione. Al contrario: il risk management aiuta le aziende a crescere in modo più sicuro, a sperimentare sapendo di avere una strategia pronta in caso di imprevisto. In un mondo in cui la velocità è tutto, chi è capace di gestire i rischi parte sempre avvantaggiato.
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Chi è il Risk Manager e perché è una figura chiave oggi
Il Risk Manager è la persona che rende tutto questo reale. Non è uno che si limita a dire “attenzione, c’è un rischio”. È qualcuno che studia gli scenari, li mette a confronto e propone soluzioni pratiche. Il suo lavoro consiste nel trasformare dati, numeri e analisi in indicazioni chiare e comprensibili per chi prende le decisioni in azienda.
Oggi il suo ruolo è diventato indispensabile. Le imprese non si muovono più solo a livello locale: operano su mercati globali, devono gestire normative che cambiano rapidamente e affrontano una trasformazione digitale continua. In più, i consumatori chiedono sempre più trasparenza, etica e sostenibilità. Tutti questi aspetti portano con sé rischi nuovi che solo un professionista preparato può gestire.
Il Risk Manager non lavora in solitudine. Si confronta con i team interni, collabora con il management e ascolta quello che accade fuori dall’azienda. È una figura che fa da ponte tra i numeri e le persone, tra la visione a lungo termine e la gestione del quotidiano.
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Cosa fa davvero un Risk Manager e quali competenze servono
La vita quotidiana di un Risk Manager è tutto fuorché monotona. Un giorno può trovarsi a studiare i dati finanziari di un nuovo investimento, il giorno dopo a discutere con il reparto IT su come proteggere i sistemi da possibili attacchi informatici. Potrebbe dover valutare l’impatto di una nuova legge o preparare un piano per gestire una crisi di reputazione. Ogni decisione porta con sé conseguenze e il suo compito è vederle in anticipo.
Per fare bene questo lavoro servono competenze solide in economia, statistica e finanza. Ma oggi non bastano più: la tecnologia è entrata in ogni settore e quindi è sempre più importante conoscere anche le basi di informatica e di cybersecurity. Accanto a queste hard skill ci sono poi le soft skill, che fanno la differenza. Un Risk Manager deve saper comunicare con chiarezza, convincere colleghi e manager con argomenti solidi, lavorare in squadra e mantenere la calma anche nelle situazioni più delicate.
È un mestiere che richiede metodo, ma anche creatività. Bisogna saper analizzare i dati, certo, ma anche immaginare scenari che ancora non esistono. Chi ama ragionare in questo modo troverà in questa professione uno stimolo continuo.
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Quanto guadagna un Risk Manager
Parliamo anche di soldi, perché sì, è importante capire se questa carriera può garantirti stabilità. In Italia, un Risk Manager junior guadagna in media tra i 28.000 e i 35.000 euro lordi all’anno. Dopo qualche anno di esperienza la cifra cresce velocemente: superare i 50.000 euro non è difficile. I profili senior, quelli che guidano team o lavorano in contesti internazionali, possono arrivare oltre i 70.000 euro.
Se guardiamo all’estero o a settori particolarmente complessi, come la finanza o l’energia, le cifre salgono ancora. Il motivo è semplice: il lavoro del Risk Manager è sempre più richiesto. Le aziende hanno capito che gestire i rischi non è un costo, ma un investimento. E chi è in grado di farlo bene diventa un professionista molto ricercato.
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Come diventare Risk Manager con H-FARM College
Se senti che questa carriera ti potrebbe appassionare, il primo passo è scegliere il percorso giusto. Non basta avere interesse per i numeri o per la tecnologia: serve una formazione completa che ti alleni a ragionare in modo critico e a risolvere problemi reali.
H-FARM College offre due corsi che possono diventare la base ideale per chi sogna di fare il Risk Manager. Se vuoi specializzarti sul lato economico e finanziario, senza perdere di vista l’innovazione digitale, la Laurea Triennale in Digital Economics & Finance è il percorso più adatto. Se invece ti appassiona il mondo della tecnologia e vuoi lavorare sulla gestione dei sistemi informativi e della sicurezza digitale, allora la Laurea Triennale in Information Systems Management è la scelta perfetta.
Entrambi i corsi ti offrono molto più della teoria. Avrai la possibilità di lavorare su progetti concreti, di confrontarti con professionisti del settore, di costruire un portfolio spendibile fin da subito e di vivere in un campus internazionale che ti immerge nell’innovazione ogni giorno. È un percorso che ti forma come studente e come persona, preparandoti ad affrontare il futuro del lavoro con le competenze giuste.
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FAQ
È la capacità di prevedere i problemi e prepararsi a gestirli. In questo modo un’azienda non solo si difende, ma diventa anche più forte e competitiva.
Non è obbligatoria, ma avere una formazione universitaria ti dà una marcia in più e ti permette di lavorare su casi concreti già durante gli studi.
Assolutamente sì. Con la digitalizzazione i rischi informatici sono tra i più diffusi e la cybersecurity è oggi una delle aree più richieste.
In genere si parte come junior analyst e in 3-5 anni, con impegno e formazione continua, si può arrivare a posizioni manageriali.
Perché unisce corsi all’avanguardia, esperienze pratiche e un campus innovativo. Qui impari facendo, costruisci un network e ti prepari a entrare subito nel mondo del lavoro.