Una chiacchierata con Lorenzo Guetta, Alumnus del Bachelor’s Degree in Digital Management, founder di Trybe.

Ciao Lorenzo! Cosa porti con te dell’esperienza di studi in H-FARM College? Un ricordo in particolare che ti piacerebbe condividere…?

In H-FARM College ho vissuto moltissime esperienze importanti e significative e trovarne una tra tutte non è un compito facile. Ho avuto la possibilità di confrontarmi fin dal primo giorno con persone affini, con cui potevo condividere sogni e ambizioni e crescere insieme. Da quelle condivisioni sono nate poi delle amicizie incredibili. Essere fuori sede e alloggiare vicino al campus mi ha dato l’opportunità di incontrare grandi imprenditori, founder e docenti, stimolando il meglio di me. Una lezione fondamentale che ho appreso è il valore del “fallimento”: ogni errore porta con sé un insegnamento, e posso confermare quanto questa lezione sia stata cruciale nella mia crescita.

Devo anche menzionare e ringraziare Casa XI, la mia residenza in quel periodo. Chi ha vissuto H-FARM College in quegli anni sa quanto sia stata fondamentale per creare legami ed emozioni. Ma questa è un’altra storia.

Non è tanto un ricordo particolare che porto con me, quanto più un’emozione. Mi ricordo quel periodo vicino a Natale, quando ci dovevamo preparare per la sessione imminente ed eravamo tutti impegnati a studiare fino a tardi nelle nuove aule. Il campus era semi vuoto per via della pausa invernale, e c’era un senso di pace e armonia quasi magico. Avevamo completa libertà di goderci il campus quasi fosse solo nostro: dal farci una partita a padel a girare in monopattino o semplicemente goderci un caffè in tranquillità immersi nel verde del campus…

“Ideas alone do not solve problems, you do” si legge sul sito di Trybe, una piattaforma di cui sei founder. Ti va di raccontarci in cosa consiste questo progetto e com’è nata l’idea?

Trybe nasce da un’osservazione molto semplice: spesso, noi giovani ci lamentiamo dei problemi che vediamo intorno a noi ma non facciamo nulla di concreto per risolverli. Mi viene in mente Boyan Slat (Founder di Ocean Cleanup), che invece di limitarsi a postare sui social, ha cercato una soluzione reale per l’inquinamento degli oceani.

L’ispirazione per Trybe è arrivata durante un viaggio di mio fratello a Roma con la sua ragazza. Lei, essendo straniera, è rimasta scioccata dal degrado che ha visto: Tevere inquinato, graffiti su monumenti storici, immondizia ecc…E così è nata una domanda: se le istituzioni non risolvono questi problemi, come possiamo incentivare le persone a farlo da sole?

Dopo averne discusso, abbiamo elaborato nel concreto l’idea di Trybe, che è stata poi rifinita nella mia esperienza al Founder Institute di Zurigo.

L’idea di base è molto semplice, è come un bando pubblico in cui i fondi vengono raccolti per crowdfunding. Le persone segnalano un problema e, se vogliono, decidono di donare qualcosa per la sua risoluzione. Se questo problema è “sentito”, più persone decideranno di contribuire alla donazione finché la legge della domanda e dell’offerta farà sì che il fondo accumulato attiri l’attenzione di qualcuno che sia incentivato a risolvere il problema, ottenendo come ricompensa la cifra raccolta. Tutto questo chiaramente accompagnato da sistemi di feedback, profilazione, chat, ecc…Non voglio dilungarmi troppo.

L’idea si applica in molti settori. Da un lato, vogliamo aiutare a creare un senso di comunità, facendo sì che le persone siano coinvolte in prima persona a risolvere problemi, anche piccoli, relativi ai luoghi in cui vivono. Dal pulire il parco sotto casa ad aiutare la vicina anziana a pitturare casa.

Dall’altro, possiamo anche pensare in grande. Abbiamo notato che molti giovani non si fidano più delle organizzazioni benefiche, spesso perché mancano di concretezza e di trasparenza nel come utilizzano i fondi raccolti. Trybe può aiutare a risolvere questo problema, offrendo una piattaforma ad associazioni virtuose per risolvere problemi specifici, in tutto il mondo e in tutti gli ambiti, nel modo più efficace ed economico possibile.

Vogliamo inoltre collaborare con gli enti locali. Trybe all’inizio aiuterà a capire quali sono i problemi più sentiti, dove intervenire e allocare le risorse. In futuro, grazie all’integrazione di tecnologie di AI, potremo anche identificare e anticipare le aree che necessitano di interventi urgenti o frequenti, garantendo così un uso più efficace delle risorse, o calcolare la probabilità che un determinato problema venga risolto in un determinato periodo di tempo.

Quali sfide si prospettano per il futuro di Trybe?

La sfida principale per Trybe sarà quella di costruire una comunità solida e coinvolta fin dall’inizio. Mentre il nostro modello ha un potenziale vasto, c’è il rischio che diventi troppo generico. Dopo diverse ricerche e interviste agli utenti, abbiamo compreso l’importanza di definire una nicchia iniziale e costruire una solida base di sostenitori appassionati. Abbiamo già sviluppato vari prototipi e stiamo ricreando il nostro sito web, che presenterà per la prima volta una funzionalità chiave di Trybe. Inoltre stiamo per iniziare una il programma di pre-accelerazione in H-HARM. Ci aspettano grandi cose e non vediamo l’ora di intraprendere questo nuovo capitolo insieme.

Lorenzo, un sogno nel cassetto ancora da realizzare…?

Oltre a dedicarmi con passione a Trybe, ho sempre avuto nel cuore il desiderio di aiutare gli altri a realizzare i propri sogni, in particolare amici e familiari che hanno idee brillanti ma non sanno da dove iniziare. Il mondo delle startup è vasto e affascinante, e ogni giorno mi impegno per acquisire quante più competenze e conoscenze possibili. Il mio obiettivo? Accumulare esperienza e, in futuro, metterla al servizio di altri aspiranti founders, guidandoli nel percorso difficile ma gratificante della creazione di una startup affinché anche loro possano vedere i loro sogni prendere forma e diventare realtà.