Una chiacchierata con Chiara Masci, studentessa dell’Executive Master in Management and Innovation of Lifesciences

Ciao Chiara! Ti andrebbe di raccontarci un po’ di te e di cosa ti ha spinto a studiare in H-FARM College…?

Mi piace definirmi usando due aggettivi e ricordando i miei interessi principali: sono creativa, coraggiosa e appassionata di neurotecnologie, salute mentale e startup.

Ho conseguito una laurea triennale in informatica presso Unibz nel 2020 ma al momento sto completando una magistrale in ingegneria iniziata al Tokyo Institute of Technology (primo anno della magistrale “Human Centered Sciences and Biomedical Engineering”) e proseguita all’università britannica Open University.
Al contempo sto frequentando un Executive Master in Management and Innovation of Lifesciences presso H-FARM College per ottenere le competenze necessarie per la realizzazione e commercializzazione di dispositivi medici.

Dal punto di vista lavorativo, dal 2019 sono una libera professionista e ho avuto il piacere di collaborare con università come il Tokyo Institute of Technology, la IULM e l’Università Politecnica delle Marche nell’ambito di sviluppo di sistemi di Brain-Computer Interface e Computer Vision. Inoltre ho esperienza professionale e imprenditoriale con CatchSolve, una startup incubata al NOI Techpark in ambito di software e data quality testing.

Ho scelto di studiare in H-FARM College quando ho sentito il bisogno di acquisire più competenze specifiche nel lancio di startup in ambito medico. Infatti, durante il primo anno della magistrale avevo iniziato a progettare Nearine, la startup che ora sto portando in vita.

Com’è nata l’idea di Nearine e in cosa consiste questo progetto?

Come spesso succede, dietro l’idea di una startup c’è una storia personale che si è intrecciata a opportunità e spunti portati dall’esterno.

Durante il primo anno della magistrale ho avuto un episodio depressivo significativo che è durato circa sei mesi. Quando ho capito che i miei forti cambiamenti comportamentali erano dovuti a questo sono rimasta molto colpita nel vedere come la depressione sia capace di “renderti un’ombra di te stesso” senza che tu te ne renda conto.

Spinta dal mio interesse per le neuroscienze cognitive e dalla mia esperienza personale ho sentito l’innato bisogno di sfruttare le mie competenze per dare uno strumento alle persone che si trovassero a vivere la mia stessa situazione. Volevo dare il mio meglio per far sì che nessun altro diventasse un’ombra di se stesso.

E così è nata Nearine.

Nearine è un’app per mobile e smartwatch che supporta le persone che soffrono di ansia e depressione lieve per aiutarle a gestire e comprendere i sintomi con l’obiettivo di aumentare l’efficacia dei percorsi psicoterapeutici.

L’app per mobile aiuta l’utente a comprendere le dinamiche neuroscientifiche della loro salute mentale attraverso l’analisi dei trend e correlazioni dei dati biometrici (variazione della frequenza cardiaca, battito cardiaco, respiri al minuto, ciclo mestruale) e comportamentali (ore di sonno, ore di attività focalizzata, attività sportiva, test psicologici).
Questo viene fatto attraverso un piano personalizzato che guida l’utente nella compilazione dei dati, nell’analisi dei trend più significativi, nell’apprendimento di concetti neuroscientifici correlati e nell’esecuzione di esercizi di respirazione a seconda degli obiettivi prefissati.

L’app per smartwatch si occupa di dare un “boost emotivo” per aiutare l’utente a gestire lo stress psicofisico e a diminuirlo. Attraverso l’analisi di valori biometrici – specificatamente della variabilità della frequenza cardiaca – calcola i trend del livello di stress psicologico. In caso sia in aumento, lo smartwatch emette un pattern di vibrazioni progettate per la stimolazione dell’enterocezione, la quale ha un ruolo chiave nella regolazione dell’umore e nei sintomi della depressione.

Cosa di quanto appreso in H-FARM College o all’interno dell’ecosistema di H-FARM ti ha aiutato nella creazione di Nearine?

L’Executive Master in Management and Innovation of Lifesciences mi ha permesso di vedere il mondo startup come mai avevo visto prima: ho compreso come il processo di avvio di una startup cambi profondamente a seconda del settore.

A differenza di altre industries, le startup healthcare vivono grazie alla collaborazione stretta con il mondo della ricerca e la cauta pianificazione degli aspetti regolatori, degli studi clinici, di proprietà intellettuale e delle risorse a propria disposizione.

Prima di iniziare l’Executive Master non avevo la minima idea di come gestire questa complessità e di come interfacciarmi con persone del settore per essere supportata in questo percorso con mille ostacoli. Ora sento di avere maggiore chiarezza su come funziona il mondo dell’innovazione in ambito healthcare e su come unire i tasselli fondamentali per pianificare una strategia di business e di sviluppo adatta a questo settore.
Inoltre, H-FARM College mi ha permesso di potermi confrontare con esperti del settore per ottenere consigli sul mio progetto.

Come vedi il futuro di Nearine?

Dal punto di vista imprenditoriale, il primo aggettivo che mi viene in mente è “lungo”.
So che per portare in vita Nearine ci vorranno anni e di conseguenza ciò richiederà molta costanza anche davanti alle difficoltà che incontrerò. Sarà certamente un percorso molto complesso, soprattutto per via della parte legale e regolatoria che implica una durata maggiore della fase “go-to-market” e maggiore precisione e ordine durante la fase di sviluppo sia dell’app che dell’infrastruttura aziendale.

Però, per quanto riguarda il futuro di Nearine in sé, immagino che sarà “una boccata d’aria fresca” nell’ambito della salute mentale in Europa. Nearine ambisce a dare le chiavi in mano per l’accesso alla comprensione della mente umana e alla normalizzazione di tutto ciò che viene considerato come un difetto.

Bisogna infatti ricordarsi che la depressione e l’ansia non sono altro che meccanismi di difesa che la nostra mente attua per farci notare che c’è qualcosa che non va. Fino a quando non vedremo la salute mentale a 360° – quindi includendo sia i fattori psicosociali che quelli neuroscientifici – non avremo la possibilità di ascoltare questi campanelli di allarme e guarire.